Quando si parla di impermeabilizzazione con sistemi liquidi, si fa riferimento a una metodologia che si discosta notevolmente dai metodi tradizionali che utilizzano membrane prefabbricate.
La membrana impermeabilizzante, o guaina, si forma direttamente in cantiere dopo che i prodotti liquidi, accuratamente applicati, si sono asciugati sul supporto di posa.
Questa tecnica richiede agli operatori di gestire con precisione una serie di variabili e di fattori esterni – che potrebbero influenzare la corretta esecuzione degli interventi – rendendo l’applicazione più complessa rispetto ai sistemi impermeabilizzanti preformati. Tuttavia, questa complessità attribuita ai sistemi impermeabilizzanti liquidi si traduce anche in vantaggi significativi, come la capacità di adattarsi a geometrie complesse e la rapidità di applicazione.
In un’intervista a Ettore Gerbaudo, Consigliere di ASSIMP Italia, esploriamo le caratteristiche di questi sistemi, i principali benefici e le sfide legate al loro utilizzo, attraverso il punto di vista degli applicatori.
Impermeabilizzazione con prodotti liquidi: cos’è e i principali vantaggi
Cosa si intende per impermeabilizzazione con sistemi impermeabili liquidi e quali sono i principali vantaggi di questi sistemi rispetto ad altre tecniche di impermeabilizzazione?
Il sistema impermeabilizzante liquido differisce sostanzialmente dai sistemi tradizionali preformati, siano essi bituminosi o sintetici, perché si tratta di formarlo in opera, ovvero in cantiere. La costruzione di questo sistema è quindi soggetta a molte variabili e fattori esterni, che possono verificarsi durante la posa e la vita utile del sistema.
Classificare questi sistemi è molto difficile, data la vasta gamma di prodotti oggi disponibili sul mercato, ciascuno con caratteristiche chimico-fisiche molto diverse. Infatti, gli impermeabilizzanti liquidi possono essere monocomponenti (pronti all’uso) o bicomponenti (da miscelare in cantiere), possono essere applicati in monostrato o multistrato con eventuale interposizione di strati di rinforzo/stabilizzazione costituiti da tessuti in fibre sintetiche o naturali a seconda della necessità di aumentare la resistenza meccanica o stabilizzare il sistema.
Inoltre, alcuni impermeabilizzanti liquidi possono contenere al loro interno delle fibre di vario tipo volte a condizionarne le prestazioni.
Le guaine liquide vengono applicate uniformemente sul supporto utilizzando rulli, pennelli o tramite spruzzatura, a seconda del tipo di membrana e delle specifiche fornite del produttore. È importante seguire le istruzioni del produttore per quanto riguarda il processo applicativo.
In linea generale, in base alla composizione chimica del prodotto sul mercato possiamo trovare: impermeabilizzanti poliuretanici (PU), impermeabilizzanti liquidi a base bituminosa, impermeabilizzanti a base cementizia, impermeabilizzanti liquidi a base acrilica, impermeabilizzanti a base di resine (es. PMMA -polimetilmetacrilato) e tanti altri. Esistono anche sistemi ibridi, come ad esempio i sistemi bitume/poliuretano oppure poliurea/poliuretano e altri.
Questi sistemi possono essere largamente impiegati per impermeabilizzare coperture piane come i lastrici solari, le coperture industriali, i balconi e i terrazzi tenendo sempre presente, a livello progettuale, di tutte le variabili che possono influire sulla affidabilità e durabilità del sistema in base alle quali si deve concepire e realizzare una soluzione impermeabile.
Rapidità d’applicazione, versatilità nell’adattarsi a superfici caratterizzate geometrie complesse, assenza di utilizzo di fiamme libere, elevate prestazioni, sono alcuni tra i principali vantaggi di questi sistemi.
I sistemi impermeabili liquidi consentono di realizzare coperture cool roof, ovvero coperture in grado di contrastare gli effetti microclimatici causati dalle isole di calore urbano riducendo quindi la temperatura della superficie del tetto?
Sì, confermo. Grazie all’utilizzo di prodotti dalle colorazioni molto chiare e quindi con elevati indici di riflettanza, questi sistemi sono spesso impiegati per realizzare coperture cool roof. È per questo motivo che molto spesso vengono impiegati anche come rivestimenti protettivi per manti impermeabili prefabbricati, nuovi ed esistenti.
Impermeabilizzanti liquidi: la normativa di riferimento
Recentemente, UNI ha pubblicato una norma che specifica le definizioni e le caratteristiche dei prodotti impermeabilizzanti liquidi applicati in situ, utilizzati come elemento di tenuta in un sistema di copertura continua (nuova o esistente). Sebbene si tratti di una norma di prodotto, quali importanti informazioni contiene per voi applicatori?
La norma UNI 11928-1 specifica i requisiti prestazionali, inclusa la durabilità, e i relativi metodi di prova per i prodotti impermeabilizzanti applicati in forma liquida. Questa norma è particolarmente utile per noi applicatori che, pur non essendo chimici, possiamo beneficiare delle informazioni in essa contenute. La norma, infatti, oltre a suddividere gli impermeabilizzanti liquidi in base alla loro componente principale contiene anche un prospetto che fornisce indicazioni relative alla durabilità degli impermeabilizzanti liquidi secondo prove standardizzate.
Il prospetto contenuto nella norma permette di valutare la membrana impermeabilizzante in un sistema di copertura relativamente alla destinazione d’uso prevista e a una specifica vita utile di servizio (5, 10 o 25 anni). Il concetto di durabilità è fondamentale per noi applicatori, poiché, in conformità al Codice Civile, abbiamo un obbligo di legge che ci impone di realizzare in opera un intervento durevole e garantito almeno 10 anni.
Tuttavia, la presente norma non fornisce indicazioni sulla progettazione di sistemi impermeabili con prodotti liquidi né fornisce indicazioni per la corretta posa in opera. La UNI 11928-1 rappresenta solo la prima parte di un insieme di norme in fase di sviluppo, che mirano a fornire linee guida per la progettazione, la corretta posa in opera e i requisiti per un’adeguata manutenzione di tali sistemi.
È bene precisare che la UNI 11928-1 non si applica ai prodotti impermeabilizzanti liquidi utilizzati al di sotto delle piastrellature ceramiche di pareti e pavimenti – applicati in esterno o in piscina – trattati invece nella UNI EN 14891.
A livello europeo, per ciò che riguarda gli impermeabilizzanti liquidi, esiste l’ETAG 005 (sostituita dalla EAD 030350-00-0402). Le membrane liquide che rispettano i requisiti contenuti in questi documenti possono essere marcate CE, ai sensi del Regolamento Europeo n. 305/2011. La conformità dei prodotti all’ETAG o all’EAD garantisce automaticamente la conformità anche alla UNI 11928-1.
Membrane impermeabilizzanti liquide: alcuni fattori che possono incidere su performance e durabilità
Parlando appunto di performance e durabilità di questi prodotti, o sistemi impermeabilizzanti, in fase applicativa quali fattori esterni possono incidere su questi due aspetti?
A differenza di un materiale preformato, che viene consegnato in cantiere pronto per l’applicazione e dove gli errori di posa sono spesso riconducibili solo a problemi di giunzione o scarsa aderenza al supporto, l’applicazione di impermeabilizzanti liquidi richiede all’applicatore un’attenzione particolare. Questo perché si tratta, come già accennato in precedenza, di una tipologia di impermeabilizzazione che si forma in cantiere interagendo in maniera diretta con il supporto di posa.
Conoscere le condizioni del supporto prima dell’applicazione, così come delle condizioni ambientali, è di fondamentale importanza. L’umidità e la temperatura del supporto di posa, la sua coesione superficiale e la resistenza pull-off (prova a strappo), sono tutti fattori da valutare attentamente prima della posa di un impermeabilizzante liquido. La preparazione accurata del supporto prima dell’applicazione è cruciale, richiede molta più attenzione e tempo rispetto all’applicazione del sistema stesso.
È necessario assicurarsi che la superficie di posa sia pulita, asciutta e priva di sporco, polvere, grasso o altre sostanze che potrebbero compromettere l’adesione del sistema. In alcuni casi, potrebbe essere necessario applicare un primer per migliorare l’adesione della guaina al supporto.
Attualmente, le uniche indicazioni disponibili sulla preparazione dei supporti per l’applicazione di sistemi impermeabilizzanti liquidi sono fornite nelle schede tecniche dei produttori.
Impermeabilizzazione con prodotti liquidi: le principali sfide degli applicatori
Quali sono le sfide più ricorrenti nell’applicare questi sistemi?
Le sfida più ricorrente nell’applicazione di questi sistemi è legata alla difficoltà di ottenere le stesse prestazioni garantite in laboratorio. Le lavorazioni avvengono in ambiente esterno, dove la temperatura e l’umidità dell’aria e del supporto possono variare nel corso della giornata. Ci aspettiamo che con la pubblicazione delle future parti della norma UNI 11928 siano definiti criteri e metodi di rilevazione chiari delle condizioni di temperatura e umidità per garantire un’applicazione corretta.
Un’altra sfida rilevante riguarda l’utilizzo di questi sistemi nel rifacimento di coperture industriali già impermeabilizzate. L’ambito industriale offre notevoli opportunità di intervento, tuttavia, come applicatori, allo stato attuale abbiamo bisogno della massima collaborazione da parte dei produttori per operare con sicurezza sui variegati supporti che ci si trova ad affrontare. È essenziale avere informazioni precise sull’idoneità di supporti costituiti da vecchi sistemi impermeabili sui quali possiamo applicare sistemi impermeabili liquidi senza comprometterne le performance e la durabilità.
Finora abbiamo citato solo due figure che operano nel campo dell’impermeabilizzazione: gli applicatori e i produttori. Tuttavia, esiste una terza figura altrettanto cruciale per la buona riuscita di un intervento: il progettista. Ritiene che i progettisti siano adeguatamente preparati in questo settore?
Quando si tratta di progettare sistemi impermeabili, la figura del progettista è fondamentale ma purtroppo spesso manca nel nostro settore. Per risolvere questa carenza, spesso noi applicatori ci prestiamo a ricoprire questo ruolo. Ritengo che, per questo motivo, ci sia necessità di progettisti esperti e formati, capaci di prescrivere con precisione il sistema più adatto per garantire una perfetta tenuta all’acqua della struttura o dell’elemento da impermeabilizzare.
Impermeabilizzazioni a regola d’arte: l’impegno di ASSIMP Italia
Un’ultima domanda Consigliere Gerbaudo. Chi è ASSIMP Italia e quale è la mission della vostra associazione?
ASSIMP Italia è l’associazione delle Imprese di Impermeabilizzazione Italiane. È stata fondata nel 2002 da un gruppo di imprenditori del settore. Fin dalla sua nascita, è l’unica associazione in Italia dedicata alla tutela delle aziende che operano nella posa in opera dei sistemi di impermeabilizzazione, e continua a svolgere questo ruolo ancora oggi.
Abbiamo investito notevoli risorse ed energie nell’evoluzione del quadro normativo del settore, partecipando attivamente ai tavoli tecnici UNI e contribuendo alla creazione della norma UNI 11333, ovvero della norma che regolamenta la qualificazione degli addetti alla posa di sistemi impermeabili bituminosi e sintetici.
Le iniziative legate alla pubblicazione della norma UNI 11333 ci hanno spinto nel coinvolgere in corsi informativi i progettisti iscritti ad albi e ordini professionali. Durante questi corsi, illustriamo nel dettaglio le buone pratiche per la corretta progettazione e posa in opera di un sistema impermeabile.
Ad oggi, ASSIMP Italia conta ben oltre 150 imprese di applicazione (soci ordinari) e oltre 40 produttori (soci aggregati). Questi ultimi non includono solo i produttori di sistemi impermeabili, ma anche i produttori di sistemi accessori utili al lavoro delle imprese di applicazione. Inoltre, abbiamo la figura del socio sostenitore. Da circa un anno, abbiamo deciso di includere tra i soci sostenitori tutti quei progettisti che hanno partecipato ai nostri corsi dedicati alla progettazione di sistemi impermeabili, organizzati presso gli ordini e collegi professionali, e gli studi tecnici che hanno scelto di acquistare i nostri manuali.
Fonte: Ingenio